
La Matrice di Eisenhower:
sopravvivere alla guerra delle priorità
Quando l’importante e l’urgente si fanno la guerra nella tua agenda.
Immaginate di essere chiamati a gestire una crisi di proporzioni mondiali.
Da voi dipendono le vite di milioni di persone – tra civili e militari – e siete ben consci che ogni vostra decisione in merito alle priorità strategiche o alle tattiche da adottare può avere, potenzialmente, conseguenze devastanti. Tutto il peso del mondo è sulle vostre spalle.
Ogni giorno ricevete resoconti di guerra, richieste pressanti dai vertici - i cui fragili equilibri potrebbero spezzarsi da un momento all’altro - e documenti o informazioni che necessitano della vostra immediata attenzione. Ogni giorno, mentre state cercando di delineare un piano di battaglia a lungo termine, urgenze da più fronti vi assediano.
Già, perché questa crisi non attende che siate pronti: vi mette alla prova costantemente. Ad aiutarvi, null’altro che il buon senso, il sangue freddo - che vi impedisce di crollare anche quando la situazione precipita -, la capacità di analisi e l’imparzialità di giudizio.
In tutto questo caos, l’unica carta vincente è saper distinguere tra ciò che è urgente e ciò che è davvero importante, non lasciandosi depistare dal superfluo. Sembra la trama di un libro, eppure è accaduto realmente.
A raccontarlo è lo stesso Dwight D. Eisenhower che, in una raccolta di memorie relative alla Seconda Guerra Mondiale e tanto cara agli storici – Crusade in Europe – ripercorre i momenti salienti - ma anche quelli più drammatici - attraverso pianificazioni, battaglie, decisioni tanto scomode quanto necessarie.
In questi testi traspare tutto il suo approccio lucido e strategico, con l’aiuto del quale ha saputo navigare tra le priorità della guerra mondiale, giungendo alla consapevolezza che non tutte le attività urgenti erano importanti e che, spesso, molte delle attività cruciali venivano sacrificate per rincorrere gli ultimi problemi in entrata.
I quattro quadranti: sopravvivere senza perdere il senno
La sua eredità ha dato vita a un modello che oggi guida milioni di decisioni aziendali, politiche e personali - la matrice di Eisenhower - il cui schema è stato concettualizzato da Stephen R. Covey . Ma vediamo nello specifico.
Come potrete notare nell’immagine, la matrice si basa su due variabili fondamentali:
- l’importanza del compito assegnato → quanto un’attività contribuisce al raggiungimento di un obiettivo a lungo termine;
- l’urgenza del compito assegnato → quanto un’attività richiede la vostra immediata attenzione.
L’incrocio di queste due variabili dà origine a quattro quadranti, per cui:
- Q1 – Importante e urgente (da fare subito) → si tratta di momenti di crisi, scadenze imminenti o problemi urgenti che devono essere assolutamente risolti (esempio: una consegna importante non rispettata dal fornitore e la mancanza dei materiali necessari per la lavorazione di articoli da consegnare, a stretto giro, al cliente);
- Q2 – Importante ma non urgente (da pianificare) → si tratta di definire azioni strategiche, relazioni chiave o nuovi progetti (esempio: creare un nuovo processo aziendale per ridurre i colli di bottiglia);
- Q3 – Urgente ma non importante (da delegare) → interruzioni nel flusso di lavoro, richieste dell’ultimo minuto, riunioni ridondanti (esempio: una comunicazione che può essere gestita da qualcun altro);
- Q4 – Non urgente e non importante (da eliminare) → sono attività che fanno perdere un sacco di tempo e che distraggono dal lavoro realmente utile. (esempio, rispondere a una mail fuori contesto, perdendo mezza giornata per la sua elaborazione).
Saper scegliere (senza auto-sabotarsi)
Pur essendo uno strumento davvero utile, bisogna essere in grado di usarlo nel modo corretto.
Non tutti hanno la stessa capacità di Eisenhower di discernere e catalogare i compiti in modo adeguato (ciò che, per esempio, è importante per me, potrebbe non esserlo per il team o per il business). Non tutti riescono a lavorare in maniera lucida e obiettiva sotto pressione.
Ecco perché, per utilizzare davvero al meglio questa matrice, occorre applicare anche una valutazione oggettiva dei compiti, attraverso criteri misurabili , a ciascuno dei quali deve essere assegnato un punteggio. In questo modo, viene ridotto il rischio di disperdere le energie in attività che non forniscano un reale valore aggiunto.
Matrice 2.0: quando l'istinto non basta più
Di seguito, si propone un’evoluzione della matrice, sulla falsa riga della valutazione dei rischi.
Innanzitutto, ho definito quattro parametri (due appartenenti all’importanza e due all’urgenza):
- quanto l’attività contribuisce all’obiettivo strategico (importanza);
- quanto l’attività blocca i processi degli altri (importanza);
- quanto l’attività è vicina alla scadenza effettiva (urgenza);
- quanto sforzo richiede l’attività in termini di tempo e risorse (urgenza).
Per ogni attività, a ciascuno dei parametri sopraccitati deve essere attribuito un punteggio, su una scala da 1 a 5. I valori dei due parametri relativi all’importanza vanno poi moltiplicati tra loro, così come quelli relativi all’urgenza, ottenendo così due risultati distinti: uno per l’importanza e uno per l’urgenza. I risultati permettono di posizionare ogni attività all’interno di uno dei quadranti della matrice.
Un esempio di posizionamento di un compito valutato 20 di Importanza (5 per strategicità moltiplicato 4 per attività bloccante) e 6 di Urgenza (2 per vicinanza della scadenza moltiplicato 3 per tempo e risorse)
Come si può evincere dalla raffigurazione qui sopra, i valori da 13 a 25 collocano le attività nelle aree “importante e urgente”, mentre quelli da 1 a 12 riguardano le aree “non importante e non urgente”.
Conclusioni: tra urgente, importante e… improvvisato
Certo, tutto questo richiede uno sforzo iniziale di analisi e disciplina che, diciamocelo, non sempre è popolare.
Ma i vantaggi in termini di lucidità decisionale e gestione del tempo sono inestimabili…
… anche se dipende sempre da chi li applica.
Ricordo solo che, a meno di ottant'anni di distanza da quelle decisioni strategiche che hanno cambiato il corso della storia, i dazi commerciali vengono calcolati con l’aiuto di… ChatGPT (con risultati, a dir poco, migliorabili aggiungerei).
A volte, distinguere tra urgente, importante e… improvvisato resta ancora la vera sfida.

Autrice
Elena Vecchiolini
Chi sono (in breve)
Mi occupo di consulenza aziendale con una spiccata passione per le persone, la gestione aziendale e la digitalizzazione.
Scrivo articoli per Kaizendo mescolando esperienza, curiosità e una sana dose di ironia. I miei temi preferiti?
Li conoscete già: HR, soft skill, strategie organizzative e tutto ciò che aiuta logica e creatività a convivere nelle scelte aziendali.
Credo nel potere delle domande (ne faccio molte), nell'istinto supportato dalla logica e nello sperimentare soluzioni che non sembrano soluzioni… finché non funzionano.
Motto personale? Non esiste un piano ben congeniato: devi saper seguire la corrente per capire come arrivare al mare.